CSA Officina Rebelde

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29-07-2024

COORDINAMENTO CONTRO IL G7 AGRICOLTURA - CONTRO I PROGRAMMI DI DISTRUZIONE SOCIALE E AMBIENTALE DEI “GRANDI” DELLA TERRA PER LA DIFESA DEL TERRITORIO, DELL’AMBIENTE, DELLA VITA, DEL REDDITO, DEL LAVORO

Dal 26 al 28 Settembre la città di Siracusa sarà sede del summit G7 dell'agricoltura e della pesca.

I ministri dell'agricoltura e della pesca degli otto governi cosiddetti più grandi del mondo, grandi sostenitori e applicatori delle politiche liberiste, grandi inquinatori, grandi devastatori, grandi responsabili del declino inarrestabile del Pianeta e dell’oppressione dei suoi abitanti, arriveranno a Siracusa e si barricheranno dentro l’isola di Ortigia, dentro i loro palazzi del potere.

L’ospite della convention sarà il Ministro Lollobrigida, personaggio politico legato alla destra di questo paese, il quale ha recentemente dichiarato che fortunatamente per questo anno la siccità avrebbe colpito solo la Sicilia. Lollobrigida sproloquia di biodiversità ma con il nuovo decreto agricoltura attacca le rinnovabili. Invece di mirare ad affrontare il problema delle condizioni degli animali negli allevamenti intensivi che diventano facilmente vettore di pandemia, scatena l’esercito e l’arma dei Carabinieri contro chi contesta queste strutture, difendere gli interessi dei cacciatori prima di quelli della fauna selvatica. L’indizione ufficiale del vertice si propone di “azzerare le emissioni dei gas serra e invertire la perdita della biodiversità”.. "fornendo al contempo cibo alla crescente popolazione globale, senza lasciare indietro nessuno"..."migliorare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari, attraverso l'attuazione di un'ampia gamma di innovazioni e la promozione di pratiche agricole sostenibili"..."intensificare gli sforzi necessari per riformare o riorientare le politiche agricole al fine di raggiungere risultati ambientali positivi e ridurre le emissioni di gas a effetto serra"..."ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, promuovere diete sane e migliorare l'accesso alle informazioni sui prodotti agricoli e alimentari" .."sostenere la rivitalizzazione rurale attraverso la diversificazione del reddito".

Convocare un vertice in Sicilia, quella terra che il ministro ha dimostrato di disprezzare ed a Siracusa rappresenta una grande contraddizione. La provincia è il simbolo della distruzione ambientale e umana, causata da uno sfruttamento estremo del territorio in nome dello “sviluppo a tutti i costi” a esclusivo van- taggio del profitto privato e del gioco dei politicanti locali, così ben rappresentati in parlamento e al governo, poggiante su solide saldature tra massoneria, politica, mafia.

L’area siracusana, limitrofa al triangolo della morte “Priolo-Augusta-Melilli”e all'area di Noto minacciata dalle trivellazioni, è tra le più inquinate d’Italia e nelle ultime estati ha visto ettari di campagna coltivata distrutti da grandi incendi e le colture assetate per via della siccità causata dai cambiamenti climatici. Per mezzo secolo le multinazionali del petrolio e della chimica hanno inquinato aria, terra, acqua e annientato ogni forma di vita, ingannando la popolazione col miraggio del posto di lavoro. Le persone sono state e sono aggredite dai veleni, le famiglie sterminate dal cancro, la popolazione espropriata della speranza di un futuro, frustrata dall’impossibilità di consegnare un avvenire alle prossime generazioni, la cui vita, come quella di ogni essere vivente dell’area siracusana, è segnata da rischio certo. Questo accade in un territorio, quello siciliano, che da sempre ha vissuto sulla propria pelle le scelte spregiudicate di un potere coloniale che impone la privatizzazione di beni comuni come l’acqua, attua ostili processi di militarizzazione, espropria intere fette di territorio alle popolazioni locali (la base di Sigonella), si accinge a progettare e costruire, con costi altissimi per la popolazione, macchine di morte come inceneritori, rigassificatori e centrali nucleari, realizza il grande carcere per migranti a cielo aperto di Lampedusa e molte altre “guantanamo” nostrane. E per non smentire l’arroganza colonialista del governo italiano, a coronamento del danno, si annuncia la beffa: un ponte faraonico, devastante per il territorio e di cui nessuno ha bisogno tranne l’avidità di governanti, ideatori e costruttori. Un’opera espressione di delirante megalomania, estranea alla realtà e antitetica ai bisogni reali di sostegno e tutela delle popolazioni e dei luoghi.

Il modello della piccola pesca costiera che in Sicilia veniva e viene praticato ancora sta sparendo, le nostre città costiere di stanno spopolando rapidamente di quella componente sociale che ha vissuto di pesca per centinaia di anni, tramandando tradizioni e saperi. Chi pescava sotto costa, adesso arranca con l’aumento del prezzo della nafta ed è messo all’angolo dalle grandi multinazionali della pesca o è trasformato in una comparsa della pantomima del turismo, che espropria i porti ad i ghiozzi da pesca per assegnarli agli yacht dei multimilionari di tutto il pianeta.

Noi non crediamo alla retorica dei G7 ed alle loro false promesse: i sette potenti dicono che vogliono im- plementare un modello di agricoltura e di pesca sostenibile che sfami il mondo e riduca le emissioni, in realtà non solo non hanno risposte alla catastrofe ecologica che hanno causato ma vanno a programmare nuovi saccheggi, impoverimenti, disastri sempre più traumatici per il pianeta, per il suo ecosistema, per l’umanità, praticando a livello mondiale quanto a livello locale agiscono i loro vassalli.

Il cambiamento climatico è una triste realtà in corso d'opera con prospettive di stravolgimenti nel Sud del Mondo (tornadi, alluvioni e siccità). Come sostiene il climatologo Maximiliano Herrera, climatologo pro- fessionale: “160 Paesi/territori hanno battuto i record di caldo in questo mese di Maggio. Si tratta del 300% in più rispetto alla prima metà del 2023 e ai primi due mesi 2024. Molti altri Paesi, nei prossimi giorni, raggiungeranno ondate di calore record in tutto il mondo”.

Non sapendo e non volendo cambiare rotta rispetto a quella che ci conduce al disastro climatico, i G7 scelgono di servirsi di vaste regioni della terra per farne sterminate discariche e preferiscono trasformare in nubi di diossina gli scarti del sovraconsumo di massa, quando invece è ormai improrogabile ripensare i modelli di vita e di produzione/consumo e investire sulle energie rinnovabili e sulle tecniche di riciclaggio dei rifiuti.

Anche quando varano programmi di investimento nella riduzione di emissioni o degli effetti negativi del cambiamento climatico i paesi del G7 promuovo l’indebitamento dei paesi del terzo mondo, trasformando persino i disastri climatici in investimenti di capitali remunerati con interessi.

Il peggioramento delle condizioni di vita di interi pezzi di popolazioni testimonia il fallimento delle teorie economiche neo-liberiste, generatrici del drastico aumento della sperequazione sociale, della totale preca- rizzazione del lavoro in nome della “flessibilità”.

I governi dei G7 scaricano sugli anelli più deboli della catena il prezzo impagabile di questa escalation: lavoratori schiavizzati, popolazioni allo stremo, risorse in prosciugamento, cancellazione di ecosistemi. Il modello di sviluppo globale “all’infinito” inciampa e si infrange di fronte ai confini fisici del pianeta per l’incompatibilità con gli equilibri degli ecosistemi globali e locali, con le ricchezze delle diversità culturali e con i relativi tessuti sociali.

Il tutto sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici che in tutto il mondo e nella nostra Sicilia vengono sfruttati ed oppressi, spesso migrant@ arrivati qui in cerca di una vita migliore. Coma Daouda Diane, scomparso dopo avere denunciato le condizioni di sfruttamento ad Acate.

La Sicilia è passata da essere la culla del movimento di occupazione delle terre, grande stagione di lotte contadine, ad essere un terreno sfruttato a livello intensivo con lavoratori –trici -@, sia italiani che non, che hanno sempre meno diritti sul piano lavorativo. Questo passaggio storico è anche dovuto ad un panorama culturale sempre meno indipendente dai meccanismi del potere. Questa è la terra dei Buttitta e dee Balistreri ma oggi molt@ artist@ sono al soldo di una classe politica che usa gli eventi come mero clientelismo. Eventi come i G7, come molti programmi televisivi, puntano a presentare i territori in modo stereotipizzato e sradicato; la brandizzazione dei territori rappresenta la morte della cultura. Molti operatori della cultura mirano a fare parte di eventi come questi, per la vicinanza politica a chi li foraggia in modo clientelare. I tempi che viviamo dimostrano che la memoria oltre ad essere fondamentale è anche diventata sempre più difficile, perché la superficialità e il pressapochismo di questi personaggi sono uno specchio chiaro di quanto sta avvenendo. Bisogna avere il coraggio di creare uno spartiacque verso chi si presta, chi è partecipe o complice ai meccanismi del potere che utilizzano la cultura in questo modo, svuotandola di contenuti. Diventa necessario boicottare eventi e artist@ che fanno parte di questo meccanismo, perchè questo modus operandi, oltre ad essere sempre più diffuso, sta tentando (in modo celatamente aggressivo) di cancellare l’arte indipendente, di piegare tutto a logiche di favoritismo.

Come se non bastasse i paesi del G7 sono direttamente responsabili del clima di guerra che sta travolgendo il nostro mondo: sono le munizioni prodotte da questi paesi che stanno massacrando a decine di migliaia donne e bambini palestinesi a Gaza ed a Rafah

Questo G7 va contestato e lo contesteremo: per questo facciamo appello a chi difende il territorio, a chi opera per una agricoltura realmente biologica, ai movimenti sociali, alla società civile, ad ogni forma di aggregazione sociale, culturale e politica e quante altre persone disposte a impegnarsi per cambiare questo stato di cose attraverso un ampio fronte di dissenso contro coloro che giocano con i destini della nostra terra e delle nostre comunità. Ancora una volta pensiamo che i conflitti sociali siano l’unica via d’uscita dalle crisi e continuiamo la nostra lotta al sistema di sfruttamento e alle istituzioni nazionali e sovranazionali che lo rappresentano.

Appuntamento per tutte-i-@ a Siracusa, dal 26 al 28 Settembre