30-03-2023
Report attività di sportello per l'anno 2022
Tipologia di utenti e ambiti di intervento dello Sportello Sociale San Berillo
Il 2022 è stato il decimo anno di attività dello Sportello Sociale del C.s.a. Officina Rebelde ed è stato caratterizzato dall’aggravarsi della crisi sociale ed economica già esplosa con la pandemia, a causa dell’entrata in guerra dell’Italia e dell’Europa contro la Russia ed a fianco di Usa ed Ucraina.
Sul piano interno già il Governo Draghi e, successivamente, quello Meloni, hanno dato inizio ad una rinnovata guerra ai poveri, che essi siano migranti o lavoratori e lavoratrici, o percettori e percettrici di reddito. Nella società civile pare inibita ogni capacità di risposta, grazie alla polarizzazione tra filo-atlantisti e filo-russi, inventata dai media di regime per sostituire quella tra vax e no vax e tra pro e contro green pass.
Restringendo il focus su Catania, la città più degradata d’Italia pare avere superato il momento più duro dell’emergenza rifiuti ma continua da un lato ad impoverirsi, dall’altro a vedere emigrare praticamente la maggior parte delle proprie risorse giovanili. Le prossime elezioni quasi certamente confermeranno una amministrazione di destra, la quale invariabilmente proseguirà a tentare di coprire il buco di bilancio aumentando le tasse comunali e riducendo i servizi. Il tutto mentre decine di migliaia di famiglie attendono con ansia di capire quanto sarà duro l’affondo del governo sul reddito di cittadinanza, dal quale dipendono le loro possibilità di sopravvivere senza aderire a forme di economia mafiosa. Nel 2022 hanno interagito con lo sportello all’incirca trenta soggettività (singoli individui o famiglie), con un con un calo di circa il 30% rispetto al 2021
Rispetto all’anno scorso, la differenza tra le persone italiane e quelle di origine straniera è diminuita. Questa differenza è dovuta però principalmente a una minore presenza di persone italiane, che si attesta al 53% piuttosto che a una maggiore affluenza di individui di origine straniera, la cui presenza si mantiene costante negli anni (47% del totale nel 2022).
La maggior parte delle soggettività straniere sono di origine Africana (più del 50%), in particolare proveniente da Senegal e Gambia. Rispetto all’anno scorso, inoltre, diminuisce la differenza tra presenze maschili e femminili, con le donne che compongono il 42% degli utenti. È quindi aumentata notevolmente la quantità di donne che si sono rivolte allo sportello, un aumento di più del 20%. Tra queste, poco più della metà sono italiane, mentre quelle di origine straniera provengono tutte dal Senegal o da paesi dell’America Latina. L’età media è più o meno equivalente tra uomini e donne, e si attesta intorno ai 45 anni. Non c’è molta differenza nemmeno tra l’età media delle persone italiane e quelle di origine straniera.
Per quanto riguarda la residenza degli e delle utenti, la maggior parte (65%) è residente a Catania, con una prevalenza delle aree del centro. Un quarto dei residenti a Catania inoltre risiede nelle zone adiacenti al Centro Sociale, mostrando come la presenza in quartiere dello Sportello si mantiene costante. Per quanto riguarda l’occupazione dei/delle fruitori/trici dello sportello, il 27% è disoccupat@, mentre tra gli occupati la professione che si riscontra più spesso è di lavoratori/trici precar@ e subordinat@. Le statistiche del 2021 ci parlavano, invece, di una situazione nella quale la maggior parte dell’utenza dello Sportello era disoccupata o impegnata negli studi.
Tra i motivi per i quali le persone si sono rivolte allo sportello, spiccano richieste di aiuto per i motivi più disparati. In primo luogo viene l’esigenza di tutela del lavoro, tra le altre quelle legate a sospensioni per mancata vaccinazione Covid, poi si ripropongono le problematiche relative al permesso di soggiorno e o status giuridico di permanenza in Italia , le problematiche legate alla casa ed all’accoglienza, l’assistenza legale in questioni di diritto familiare, la ricerca di accesso all’assistenza medica.
Seppur in scala ridotta i dati presentati mostrano come, nel colpire soprattutto i redditi, l’emergenza pandemica abbia acuito le disuguaglianze già esistenti, agendo come amplificatore di criticità socio-economiche strutturali.
L’erosione del welfare state, l’universalità delle problematiche di accesso alla giustizia, nonché l’aumento della povertà abbiano acuito il senso di sfiducia e la distanza tra cittadini e istituzioni, soprattutto tra quelle soggettività che manifestano difficoltà sociali ed economiche e vivono forme di esclusione, come dimostrato, tra gli altri casi, della difficoltà incontrate dalla campagna vaccinale nel raggiungere in particolare le frange più povere e i migranti, quantomeno del nostro bacino di utenza.
Che fare, dunque? L’abbandono da parte dello stato della sua funzione sociale e del ruolo di fornitore di servizi essenziali e primari fa sì che su realtà autogestite come la nostra si sia scaricata impropriamente una grande responsabilità. Al contempo questo ci permette anche di comprendere l’estrema importanza del lavoro sul territorio svolto da innumerevoli soggettività come la nostra. Bisogna capire quali sono le esigenze reali delle persone strada per strada e quartiere per quartiere. Non abbiamo di certo i mezzi per fare fronte alle innumerevoli esigenze ed emergenze che abbiamo incontrato in questo anno e che incontreremo negli anni futuri, però nel nostro piccolo pensiamo che colmare questo vuoto “dal basso” sia importante perché solo in questo modo si possono creare reti sociali che diano vita a nuove forme di comunità che siano radicate nei propri luoghi e nelle contraddizioni di classe, come quella che vive lo sportello.
E solo immaginando nuove forme di comunità, attorno a richieste ed a bisogni che vanno indagati e scavati a fondo, possiamo costruire nuove forme di lotta che ci permettano di porci nella sfida del presente.
Entriamo nell’anno 2023 aspettandoci che le contraddizioni poste dalla crisi crescano. Noi lavoreremo perché crescano anche le alternative.