CSA Officina Rebelde

Via Coppola 6, 95131, Catania

18-01-2022

APPELLO FAMIGLIE DI VIA GALLO PER IL DIRITTO ALLA CASA!!

Manifestiamo sostegno e vicinanza alle famiglie di Via Gallo, soggette all'ennesima violenza istituzionale.

Diciamo un sonoro NO alla protervia delle istituzioni, che dovrebbero sostenere la popolazione in un momento così difficile, e invece non perdono occasione per vessarla.

Riportiamo nel seguito il comunicato delle famiglie.

Era il 1970 quando Gaetana Carbonaro, anziana signora prossima alla morte, donò l’immobile situato in via Gallo, 4 all’attuale azienda ospedaliera universitaria Policlinico "G.Rodolico - San Marco", che sin dall’inizio se ne disinteressò. La nostra storia iniziò da lì, da un atto testamentario. Siamo le famiglie che da quasi 30 anni abitano qui. Questo palazzo ha una storia di abbandono alle spalle, che solo grazie a noi, è stato rimesso in sesto e reso vivibile. Ci siamo riappropriati e riappropriate di un immobile pubblico inutilizzato riqualificandolo e restituendolo ad uno scopo sociale volto al contrasto per l'emergenza abitativa. Da quel momento in poi, ci siamo presi e prese cura dell’immobile, lo abbiamo ripulito, abbiamo speso tanti soldi ed energie. In tanti e tante hanno vissuto con noi la fatica nel ridare vita ad un posto abbandonato dall’azienda ospedaliera. Con la riqualificazione di questo palazzo abbiamo permesso che diversi nuclei familiari ottenessero una casa. Una necessità che continua a crescere e a cui non viene data alcuna soluzione dalle istituzioni. Lo dimostrano: lo sblocco degli sfratti dall’1 gennaio 2022 che lascerà senza un tetto tantissime persone; i fondi destinati dal Pnrr alle città per la rigenerazione urbana non sono stati destinati a progetti per il contrasto all’emergenza abitativa; un contesto debole e impoverito della nostra città come dimostrano le 10.000 famiglie in grave disagio abitativo, le 2139 richieste di esecuzione degli sfratti solo nel 2019 e la lunga lista di persone da anni in attesa di case popolari e senza alcuna risposta. Oltre a garantire il diritto all’abitare, abbiamo anche partecipato attivamente alla vita di quartiere organizzando con i nostri vicini e le nostre vicine diversi momenti di incontri e socialità, tessendo una rete di relazioni che ha permesso di vivere il quartiere tutti e tutte insieme, uscendo così ognuno e ognuna dalla propria dimensione di solitudine. Tutti e tutte ci vogliamo bene e ci prendiamo cura l’uno dell’altra, mossi dall’amore per questo palazzo, per come lo abbiamo visto morire e per come lo abbiamo fatto rinascere e ridato alla città. In queste stesse mura sono nati i nostri figli e le nostre figlie e sono morti i nostri genitori. Gli stessi che ci hanno trasmesso la cura per questo posto. Dal 2006, inizia la nostra battaglia. Da quando l’azienda ci ha richiesto il rilascio delle abitazioni, cerchiamo un accordo con l’azienda ospedaliera per ottenere un regolare contratto di locazione e vederci riconosciute anche le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria affrontate in tutti questi anni. È certo che senza la manutenzione che facciamo periodicamente, questo immobile sarebbe nelle stesse condizioni di tutti quelli lasciati abbandonati in giro per la città. Tutti i soldi spesi che ci hanno permesso, inoltre, la sicurezza e l’agibilità di questo luogo. Soldi che abbiamo speso, sacrificando anche i nostri bisogni quotidiani. La prima richiesta di regolarizzazione dell’affitto risale agli anni ’90. Ma da anni ormai, la dirigenza si mostra inizialmente favorevole e poi ritratta. Un gioco infinito che non arriva mai ad una conclusione. Peccato che qui noi non giochiamo, qui parliamo di vite. Le stesse vite che qualche giorno fa, hanno ricevuto, dopo una lunga trattativa che per l’ennesima volta proponeva una transazione per la regolarizzazione della nostra situazione abitativa, un rifiuto categorico da parte dell’azienda. Nonostante le lunghe trattative, lo stato di emergenza in considerazione del rischio sanitario prorogato fino a marzo 2022, la carenza di alloggi popolari e di misure pubbliche per l’emergenza abitativa, nonostante abbiamo ristrutturato la palazzina con i nostri soldi, abbiamo chiesto più volte la regolare assegnazione degli appartamenti, il 24 gennaio incomberà su di noi uno sfratto. Chiediamo a tutti e tutte coloro credono come noi che il diritto all’abitare vada garantito, che sia giusto combattere l’abbandono dei beni pubblici, le speculazioni e gli sfratti immotivati, di supportarci e di firmare questo appello, per sostenere questa esperienza nella nostra città e non lasciare indietro nessuno e nessuna. Facciamo appello al direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico "G.Rodolico - San Marco", il Dott. Gaetano Sirna di accettare la nostra proposta di regolarizzare i contratti di locazione per giungere ad una soluzione reale e una risposta concreta a chi da anni si è preso cura di questo immobile.