CSA Officina Rebelde

Via Coppola 6, 95131, Catania

03-07-2021

CONTRO LO STUDIO DI DETTAGLIO: NESSUNA DEMOLIZIONE A SAN BERILLO!!

È notizia degli ultimi mesi che al Comune di Catania è in approvazione uno Studio di Dettaglio inerente il quartiere San Berillo. L’origine ed il contesto normativo dentro il quale matura questa operazione sono bene illustrati nell'articolo San Berillo e non solo, demolizioni senza trasparenza a cura della redazione di Argo Catania.

Il senso complessivo di questa operazione è quello di lasciare mano libera ai proprietari di demolire gli edifici che, gli stessi, hanno per anni lasciato al più totale abbandono. Abbandono che si è sommato, negli anni, a quello delle istituzioni. Abbattere e ricostruire senza rispettare alcun vincolo architettonico: un affare conveniente per pochi e svantaggioso per molti. È facile immaginare che i gruppi immobiliari stiano esultando a questa prospettiva e programmando un futuro di gentrificazione per il quartiere, fatto di pub, luccicanti hotel travestiti da ammiccanti b&b, case ristrutturate e vendute a caro prezzo alla borghesia ricca, di destra e di sinistra, della città.

Ben 42 edifici. Metà di quel che rimane del quartiere: sopravvissuto alle deportazioni dei democristiani, ai raid della polizia. E con gli edifici, certamente, se ne andrà la popolazione attuale. Quella comunità, nata dentro l’emarginazione e la miseria, così contraddittoria e, in definitiva, indigesta per la classe politica cittadina.

Come Centro Sociale Autogestito Officina Rebelde e come Sportello Sociale San Berillo siamo convinti che tutto questo vada fermato, che a tutto questo ci si debba opporre, che attorno a questi temi, se necessario, vada costruita una battaglia cittadina. Per questo abbiamo cominciato, assieme a tante altre associazioni e realtà cittadine, a presentare e scrivere osservazioni critiche sullo Studio presentato in Comune (vedi anche il post di Città Insieme Nuovo Studio di dettaglio Le nostre nuove Osservazioni). Le presentiamo in questo articolo che apre ufficialmente la campagna politica nella quale ci schieriamo contro l’abbattimento degli edifici del quartiere ed a favore della qualificazione reale del medesimo. Restate connesse-i-* ai nostri canali social per aderire alle mobilitazioni in tutti i loro passaggi.

Riportiamo un estratto dal documento che abbiamo inviato al comune.

Rendere possibile la demolizione e ricostruzione di quaranta edifici raggruppati in pochi adiacenti isolati rischia di cancellare il volto del quartiere di San Berillo, il cui ricco bagaglio storico e culturale già minacciato, necessita non di demolizioni e ricostruzioni approssimative ma di interventi volti a preservarlo e valorizzarlo in quanto costituisce un patrimonio per l’intera collettività.

Il quartiere di San Berillo già negli anni 50’ e 60’ fu oggetto di quella che venne definita "la più grande speculazione edilizia dal secondo dopoguerra ad oggi" che, negli anni, ha prodotto: la disgregazione del tessuto sociale in quello che era uno dei quartieri più popolosi nel centro della città, la scomparsa delle principali botteghe artigiane della città, la realizzazione di stabili ed immobili totalmente avulsi alla struttura urbanistica del resto della città, la "deportazione" di gran parte della popolazione che risiedeva e lavorava nel vecchio San Berillo, l'ormai decennale problema degli incompiuti e delle aree abbandonate dopo le demolizioni (con particolare riferimento ai "crateri" di Corso Martiri della Libertà).

Attualmente il quartiere, caratterizzato dalla multiculturalità è intensamente vissuto non solo da residenti e lavoratori ma è anche uno spazio di incontro e di relazione aperto a tutti, anche a beneficio di persone che vivono in situazioni di marginalità economica, sociale e culturale. Appare dunque necessario un intervento unitario sul quartiere che tuteli tale popolazione particolarmente fragile, tra cui molti migranti e lavoratrici sessuali, offrendo servizi adeguati e dando una risposta all'emarginazione e ai numerosi problemi sociali della città: tale intervento non può certo essere garantito da una serie di interventi di privati che guardino ai singoli edifici come a sé stanti tralasciando il valore del contesto.

L'elevato numero di edifici del quartiere San Berillo definiti in "grave stato di degrado", permettendo ai proprietari degli immobili di abbattere e poi ricostruire, apre la strada ad un nuovo sventramento del quartiere. I proprietari, che colpevolmente e con il complice silenzio delle istituzioni hanno lasciato degradare gli edifici, hanno così la possibilità di speculare su tali edifici, molti dei quali ora sono in vendita.

Le Istituzioni quindi abbandonano il quartiere e chi lo abita in mano agli speculatori, piuttosto che vigilare e, ove necessario, espropriare gli edifici al fine di porli in sicurezza e adottare le soluzioni adeguate e mirate non ad attrarre altre soggettività nel quartiere, trasformandolo in un centro della movida o in un parco giochi patinato per turisti, ma a garantire a chi già adesso lo abita una vita dignitosa e in armonia con il resto della città. Altrimenti si rischia di duplicare la diaspora del primo sventramento.

Testo completo delle osservazioni che abbiamo inviato